CARTONGESSO
Il gesso utilizzato in edilizia può essere naturale o sintetico mentre il cartone viene riprodotto dalla dalla carta riciclata, per ovvie ragioni si preferisce utilizzare prodotti in gesso naturale e non impregnati,in ogni caso anche il gesso sintetico ha i suoi pregi in quanto la sua produzione avviene mediante la desolforazione dei fumi che fuoriescono dalle centrali elettriche. Chi produce il gesso per l’edilizia non specifica quasi mai se il gesso è sintetico o naturale. E’ quasi impossibile riconoscere, per un occhio inesperto ,il gesso sintetico da quello naturale, mentre sarà più facile distinguerlo da un professionista perchè abituato ad utilizzare il gesso di Biaccone o quello di Bologna che vengono utilizzati per preparare la base per la doratura e che sono composti da biidrato e solfato di calcio. Le soluzioni maggiormente utilizzate in edilizia sono :
• 1. Pannelli in cartongesso utilizzati per controsoffitti e rivestimenti, spessi tra i 15 e i 16 mm.
• 2. Lastre di gesso spesse tra i 5 e i 10 cm. Utilizzati per la costruzione a secco di pareti divisorie o tramezzi. I pannelli in gesso hanno ottime proprietà fono-isolanti e termoisolanti, da considerare che 1 cm. Di gesso è l’equivalente di 3 cm. di muratura in laterizio. Ogni volta che lo utilizziamo in pannelli viene montato su telai in alluminio

CONTROSOFFITTI
Il controsoffitto è in pratica un abbassamento di quota del soffitto. Una delle sue funzioni è quella di definire spazi differenti, in pratica con un diverso effetto ottico. Il risultato è che in un ambiente vengono delineate aree diverse e quindi si modica la percezione dello spazio. Questa soluzione si rivela particolarmente adatta per definire un ingresso integrato nel living, oppure l’angolo conversazione con i divani o, ancora, la zona pranzo in un soggiorno open. La disposizione dell’arredo deve di conseguenza adattarsi all’area che il controsoffitto virtualmente proietta nell’ambiente. Ne guadagna tutto l’ambiente, che viene percepito nel suo insieme ma allo stesso tempo ben suddiviso, senza dimenticare che questa soluzione non penalizza in alcun modo la luminosità generale e non richiede separazioni di sorta lasciando passaggi fluidi tra le stanze. Nell’intercapedine che si viene a creare con la realizzazione del controsoffitto si puònascondere il passaggio di cavi oppure un sistema di canalizzazione, ad esempio per climatizzare la casa. Inoltre c’è lo spazio anche per posare del materiale per coibentare o fonoassorbente e ottenere in questo modo un isolamento termico o acustico, o entrambi. Infine, la più classica delle soluzioni, e cioè l’inserimento di una serie di faretti che illuminano dall’alto la zona e la valorizzano ulteriormente con una luce puntuale, come nel caso di un controsoffitto che delinea l’area dell’ingresso.
Come si costruisce
Il modo più semplice per costruire il controsoffitto è quello di usare le lastre in cartongesso, già pronte in commercio. Si fissano a una intelaiatura di sostegno formata da profilati e da tiranti, disponibili di lunghezze diverse secondo l’abbassamento che di desidera ottenere:l’altezza consigliata è di 25-30 cm. Lo spazio tra un profilato e l’altro non deve superare i 60 cm e i punti di contatto tra una lastra di cartongesso e l’altra devono essere fuori dai profilati. Dopo che tutti i pannelli a soffitto sono stati attaccati, i giunti vanno stuccati con un apposito prodotto e rinforzati con nastro di vetro; una volta asciugate, le fessure stuccate devono essere perfettamente livellate con con carta vetrata fine. A questo punto il controsoffitto è pronto per essere tinteggiato.

PAVIMENTI
Chi ha fatto sostituire pavimenti e rivestimenti, anche nel corso di una ristrutturazione, conosce la complessità del lavoro che deve essere svolto a regola d’arte. Numerose le incognite e gli imprevisti che ogni cantiere riserva: danneggiamenti agli impianti sottostanti, produzione di polvere e macerie, rischio di infiltrazioni d’acqua, difficoltà a gestire le tempistiche. L’utilizzo di materiali di qualità mette in parte al riparo da possibili problemi. Anche la possibilità, oggi molto praticata, di incollare le nuove piastrelle sopra il vecchio rivestimento non è del tutto esente da possibili inconvenienti. Il più frequente è la creazione di una bolla d’aria che con il tempo tende a far sollevare il rivestimento. Per ovviare a questo problema alcune aziende ricorrono a un telaio plastico cui agganciare le piastrelle in modo automatico; in questo modo l’operazione avviene in pochi secondi e con semplici passaggi. Anche la qualità dei materiali utilizzati come colle, stucchi e sigillanti non va affatto sottovalutata. Meglio affidarsi a prodotti certificati in grado di assicurare nel tempo elevati standard e contenenti un bassissimo contenuto di sostanze organiche volatili. Da ultimo, meglio non sottovalutare l’imprevisto più temibile, la disattenzione di chi effettua manualmente l’operazione. Se la posa prevede il rispetto di un gioco cromatico, un disegno o una fantasia particolare, il consiglio è di giocare d’anticipo e procurare a chi poserà il rivestimento lo schema esatto, sotto forma di disegno o di rendering, in modo da azzerare i possibili margini di errore.

IL MASSETTO
Il massetto è quello strato cementizio che si posa sul solaio e si utilizza per livellare i pavimenti, portandoli a una quota desiderata. Il massetto serve anche ad accogliere le tubazioni dell’impianto idraulico, quelle del riscaldamento (anche a pannelli radianti) e i cavi elettrici. Una volta rivestiti i pavimenti, questo strato non sarà più visibile.
È importante realizzarlo bene.
Perché il massetto sia funzionale e realizzato a regola d’arte, è necessario che risulti piano e che raccordi in modo complanare le stanze di una casa consentendo l’apertura delle porte. Non devono esserci salti di quota neanche quando si utilizzano materiali diversi a terra: tra un pavimento in piastrelle e uno in parquet o marmo non deve esserci differenza. E ancora: non deve avere pendenze per non ostacolare l’appoggio ottimale degli arredi. Purtroppo basta un errore di pochi millimetri nell’esecuzione di un massetto per essere obbligati poi a rimediare con interventi e costi aggiuntivi. Tra i rischi: porte che lasciano filtrare la luce da sotto oppure armadi non in bolla che sembrano storti rispetto alle pareti circostanti. E questi sono solo degli esempi.
Servono 4/6 centimetri: come calcolarli
L’altezza del massetto varia in base alla tipologia dell’edificio e, in linea di massima, va da 4 cm a 6/8 cm. Per spessori superiori conviene integrare con materiale d’alleggerimento non comprimibile (per esempio argilla espansa) al fine di evitare peso, costi e tempi d’asciugatura eccessivi. Per avere un pavimento alla stessa quota in tutta la casa, qualunque rivestimento si scelga, si calibra lo spessore del massetto facendo riferimento a un’altezza. Solitamente si parte dall’ingresso e si segna a parete un metro di altezza calcolato dal pianerottolo. Questa misura viene riportata in tutte le stanze della casa utilizzando un dispositivo a raggi infrarossi e i cavi “batti-traccia” blu oppure un tubo di gomma che sfrutta il principio dei vasi comunicanti.
Posato ad hoc
Il massetto deve essere conforme alla Norma Uni En 13813, che specifica i requisiti per i materiali dei massetti da costruire per le pavimentazioni in interni. In più, si deve tenere conto di una serie di fattori, affinché l’esecuzione sia perfetta e a regola d’arte. Le quote devono essere battute (cioè riportate e segnate) con grande attenzione. Non bisogna trascurare gli spessori dei materiali che si intende posare, perché sono diversi: le resine e i linoleum raggiungono 5/7 mm di spessore, le ceramiche in genere si aggirano intorno a 1 cm, il parquet ha altezze variabili da 1 a 2 cm, mentre con le pietre si raggiungono facilmente i 2 cm o anche i 3 cm. Conta anche la tecnica di posa dei rivestimenti (con colle, con malte oppure flottanti) e il grado di sensibilità all’umidità che le pavimentazioni scelte possono sopportare. Infine, perché non ci siano errori nella posa del massetto è importante la finitura del massetto stesso: dopo aver compensato o creato le adeguate pendenze a seconda delle esigenze, dovrà essere lisciato per ottenere una superficie regolare e priva di difetti.
La preparazione tradizionale
Un massetto tradizionale in genere è composto da tre materiali: cemento, sabbia e acqua. Il dosaggio di ciascuno di questi varia in base all’ambiente e alla destinazione: se è per interni o esterno, a scopo civile o industriale. Vengono poi usati additivi o altri materiali, in aggiunta a quelli tipici,per aumentare le prestazioni termiche, acustiche o di resistenza del massetto. Per esempio: ghiaia o polistirolo per alleggerire; quarzo per lisciare la superficie e rendere il massetto più tenace.
Tempi di asciugatura
Per posare i pavimenti ceramici(compresi cotto, gres, pietre, marmi e quant’altro non patisca l’umidità)bisogna attendere almeno 10 giorni dalla realizzazione del massetto. Per parquet, linoleum, resine e laminato, la superficie si considera pronta per la posa del rivestimento solo quando l’umidità dei sottofondi ha raggiunto livelli inferiori al 2% in tutto lo spessore.
Nuovi prodotti premiscelati
Talvolta molto specifici per risolvere particolari situazioni, quasi tutti i prodotti oggi in commercio per realizzare il massetto sono dei premiscelati pronti all’uso, a cui basta aggiungere solo acqua. I prodotti più commercializzati si dividono in due categorie: i rapidi e i semirapidi. Le prestazioni sono tali da consentire il raggiungimento della maturazione completa di un sottofondo di 5 cm in soli 7 giorni per i rapidi; in 20 giorni per quelli semirapidi

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